[Questo articolo è una traduzione e semplificazione di “Risk profiling through a behavioral finance lenses”, pubblicato dal CFA Institute nel 2016]  

La finanza comportamentale studia il comportamento reale degli investitori, in netta contrapposizione da quello assunto dall’economia classica. Le persone (e quindi gli investitori) non sono infatti perfettamente razionali ma sono influenzati inconsciamente dalle esperienze passate, dalle loro convinzioni, dallo stato emotivo e dalle fallacie di pensiero.

Le tipiche distorsioni dalla razionalità si distinguono in:

  • Cognitive – riguardano il modo di ragionare, spesso imperfetto, dovuto ad errori di memoria o di assimilazione delle informazioni.
  • Emotive – riguardano l’effetto che le emozioni hanno nel processo decisionale, spesso sovrastando i fatti e la logica.

Tali distorsioni entrano in gioco specialmente quando si affronta il tema del rischio, determinando dei profili di propensione allo stesso.

In campo di investimenti bisogna quindi distinguere tra:

Superare la propria capacità di assumere il rischio può determinare spesso reazioni irrazionali con i propri investimenti. Ciò assume particolare rilevanza quando ci si trova di fronte alla parte di rischio cosiddetto “sconosciuto”,molto difficile da prevedere e calcolare in quanto legato ad eventi altamente improbabili o addirittura mai successi. Il rischio sconosciuto causa maggiore incertezza in quanto inaspettato e può causare movimenti cospicui al portafoglio (si pensi alla crisi del 2008-2009 oppure allo storno dei marcati a marzo 2020 causa Covid).

E tu, a quale tipologia di investitore appartieni?

Cogliere e riconoscere la tipologia di investitore a cui si appartiene e le proprie fallacie di pensiero è un primo passo per prendere decisioni più oggettive in momenti di stress. Spesso gli intermediari finanziari attribuiscono un profilo finanziario, compreso fra 1 e 5, che cerca di inquadrare i seguenti tipi di investitori.

Profilo 1-2: Investitore conservativo [tolleranza al rischio: bassa, tipologia di errore: emotivo]

  • soffre per una perdita molto più di quanto non sia felice per un guadagno. Questo porta a non chiudere posizioni in perdita anche nel caso in cui non ci siano prospettive di ripresa.
  • determinati valori iniziali fissano le aspettative future. Nel caso dell’investitore, potrebbe consistere nell’ “ancorare” il valore di un’azione con il prezzo d’acquisto, rifiutandosi di vendere in perdita aspettando (alle volte per sempre) che torni al prezzo iniziale.

Profilo 3: Investitore moderato [tolleranza al rischio: media, tipologia di errore: cognitivo]

  • ci si concentra maggiormente sugli eventi più recenti, esagerandone l’importanza e gli effetti che questi ultimi hanno su tendenzee aspettative future.
  • ci si convince (erroneamente) che avvenimenti e rendimenti passati erano prevedibili o addirittura già conosciuti con certezza. Questo crea un falso senso di sicurezza che potrebbe portare a prendere rischi eccessivi senza riconoscerli quanto tali.

Profilo 4: Investitore incline alla crescita [tolleranza al rischio: media/elevata, tipologia di errore: cognitivo]

  • si mantiene una visione o aspettativa precedente senza incorporare nuove informazioni che potrebbero destabilizzarla. Per esempio, si mantiene un investimento azionario, inizialmente effettuato sulle aspettative di vendita di un nuovo prodotto, anche a seguito di notizie riguardanti le difficoltà di produzione di quest’ultimo.
  • tendenza delle persone di attribuire i successi al proprio impegno/talento e i fallimenti a fattori esterni e incontrollabili.
  • un investitore con questa inclinazione tenderà a cercare informazioni che avvalorino la propria tesi d’investimento, ignorando i punti di vista contrari.

Profilo 5: Investitore aggressivo [tolleranza al rischio: alta, tipologia di errore: emotivo]

  • ingiustificata e spropositata fiducia nelle proprie competenze e capacità.
  • attenzione esclusiva sul risultato, tralasciando il mezzo con cui si è raggiunto. Un investitore aggressivo potrebbe quindi guardare solo al rendimento delle azioni trascurando il rischio intrapreso.
  • l’investitore crede di poter controllare o influenzare il risultato dell’investimento attraverso le proprie azioni, anche se chiaramente ciò non è possibile. Questa illusione lo porta a modificare attivamente il portafoglio troppo spesso con la convinzione di essere in grado di conseguire un migliore risultato finale.

Conclusioni

Quando ci si affaccia al mondo degli investimenti, oltre ad avere ben chiaro quanto rischio si è disposti a prendere bisogna tenere in considerazione anche quanto se ne riesce effettivamente a sopportare. Bisogna essere aperti e pronti alla possibilità di eventi imprevisti e inaspettati, i quali affliggono costantemente il proprio portafoglio. Nell’affrontare le incertezze, gli investitori manifestano anomalie di pensiero, proprie dell’essere umano, spesso reagendo in modo irrazionale. Eliminarle è impossibile ma già il fatto di essere a conoscenza della loro esistenza (e riuscire a identificarle) consentirà di correggerle e porterà a prendere delle decisioni più oggettive, senza distaccarsi dal proprio piano e strategia di investimento di lungo periodo.