Siamo in piena campagna elettorale per il referendum del 25 settembre 2022 e molte promesse vengono fatte da candidati e partiti politici. Ma riusciranno davvero a conseguire quanto dichiarato? Vero o Falso?

In questa sede non si intende perseguire politica ma, piuttosto, si vuole fornire qualche spunto per creare consapevolezza in merito a quello che si andrà a votare. L’idea è quella di andare oltre alle parole, creando un riferimento basato sulla lettura dei dati il più neutra possibile. Ognuno può trarre le conclusioni che considera appropriate.

Vi sono un paio di fonti che meritano di essere prese in considerazione:

  1. L’Università Cattolica di Milano, che pubblica regolarmente attraverso il proprio Osservatorio CPI (Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani)
  2. Il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, un ente che fa capo al Governo e che pubblica gli Andamenti di lungo periodo dell’economia italiana

L’Osservatorio CPI pubblica regolarmente relazioni di vario tipo sull’economia italiana e nella Parte I di questo approfondimento si propone la sintesi dell’articolo pubblicato in data 2 settembre 2022, Programmi economici di PD e centrodestra: un confronto[1]. Nella sezione ‘Risorse’ del loro sito è anche possibile trovare un lunga lista di banche dati pubbliche attraverso le quali si possono effettuare approfondimenti.

Il ‘Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica’ è di particolare interesse in quanto aggiorna regolarmente e frequentemente (nel momento in cui si pubblica questo articolo i dati sono aggiornati a luglio 2022) una serie di dati economici[2], in formato grafico, attinenti temi di cui si sente spesso parlare nei media. Nella Parte II dell’approfondimento se ne riportano alcuni esempi.


Parte I: sintesi dell’articolo Programmi economici di PD e centrodestra: un confronto (Osservatorio CPI, 2 settembre 2022)

Dopo un’analisi dei programmi elettorali presentati da PD (inteso come coalizione fra Partito Democratico e Italia Democratica e Progressista) e Centrodestra (coalizione fra i partiti Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati) si riscontra che nessuno dei due gruppi presenta delle adeguate coperture per far fronte alle proprie promesse elettorali, con la conseguenza che solo una parte di queste politiche potrà essere effettivamente realizzata.

Vi sono svariate aree in comune fra le due liste considerate, trattate attraverso soluzioni apparentemente diverse ma molto simili e compatibili nella sostanza (specialmente vista la genericità dei termini attraverso le quali vengono esposte). In particolare, sembrano esserci molte affinità in termini di: politica estera; ammodernamento rete infrastrutturale; investimenti nel sud Italia; transizione energetica sostenibile; piani contro la siccità; creazione di start-up innovative; incentivo all’uso del trasporto pubblico; agevolazioni per i giovani per l’acquisto della prima casa; incentivi per l’imprenditorialità femminile.

Nella tabella che segue si riassumono i punti di maggior rilievo e le differenze fra le due liste.

 PD e Italia Dem e ProgressistaCentrodestra
Infrastrutture (EUR 222 miliardi di spesa)Volontà di proseguire il programma iniziato da DraghiScostamento dal programma Draghi, con realizzazione ponte su Stretto Messina (circa EUR 5 miliardi)
Sistema TributarioRevisione imposta progressiva IRPEF, riducendo aliquote redditi più bassi

Incentivi per il secondo percettore di reddito famiglia e per assunzione o inizio attività giovani
Flat-tax fino a EUR 100 mila di reddito (aliquote del 15% per Lega, 23% per Forza Italia). Costo stimato pari a EUR 58 miliardi

“Pace fiscale”, con rateizzazione imposte dovute senza sanzioni e interessi
InflazioneRiduzione bollette energia ma senza approfondire come

Istituzione di un contratto decennale sociale per la luce prodotta con rinnovabili
Calmieramento parziale dei prezzi attraverso riduzione aliquote IVA su beni di prima necessità e prodotti energetici
Ambiente ed energiaRispetto impegni internazionali per contrastare cambiamenti climatici

No al nucleare
Rispetto impegni internazionali per contrastare cambiamenti climatici

Si al nucleare
PensioniAccesso a partire da 63 anni di età (per alcuna categorie di donne a 58 anni)

Pensione minima di garanzia per carriere discontinue e precarie
Aumento pensione minima, maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione: costo stimato EUR 75 miliardi in 10 anni pari
LavoroRevisione del reddito di cittadinanza per supportare famiglie numerose e lavoratori a basso reddito, lotta al precariato

Salario minimo a EUR 9, obbligo retribuzione stage (se attivati 12 mesi dopo termine percorso studi), aumento stipendi fino all’8%.

Costo totale stimato pari a EUR 16,5 – 20, 6 miliardi, da recuperare parzialmente (EU 12 miliardi) tramite lotta evasione fiscale  
Abolizione reddito di cittadinanza a favore di politiche più incentivanti per inserimento giovani nel mondo del lavoroLotta al precariato ma riferita solo alla categoria dei docenti
CasaCostruzione di 500 mila alloggi popolari in 10 anniRilancio edilizia pubblica
ScuolaEUR 10 miliardi per aumentare stipendi e investire in infrastrutture scolastiche, particolarmente nel Sud ItaliaAmmodernamento infrastruttura, incentivi per rientro italiani all’estero
Donne e giovaniIncentivi a favore di donne e giovani

Fondo dotazione di EUR 10 mila per chi compie 18 anni (in base a ISEE), da coprire tramite incremento aliquote successioni e donazioni > EUR 5 milioni

Contributo affitti di EUR 2 mila per under 35

Agevolazioni accesso mutuo prima casa
Incentivi a imprenditori femminili, giovani agricoltori e start-up tecnologiche

Agevolazioni accesso mutuo prima casa
ImmigrazioneNo obiettivo di spesa, volontà di soccorrere sempre “chi è in mare”Creazione hot spot al di fuori dell’Europa

Risorse a Comuni per gestire i minori non accompagnati

In conclusione:

  • I programmi delle due coalizioni, oltre a non presentare adeguate coperture, si focalizzano in aree piuttosto simili
  • Salvo qualche area di specifico interesse e preferenza, l’elettore dovrebbe quindi affidarsi alla sua percezione in merito la credibilità dei politici che promettono le riforme
  • Principali aree che suscitano perplessità
    • PD e Italia Democratica e Progressista: aumento stipendi e dote ai 18enni sembrano difficilmente sostenibili e non sembrano il modo migliore per aiutare i giovani
    • Centrodestra: flat-tax e “pace fiscale”. Il costo della prima è molto elevato (EUR 58 miliardi) e tende a favorire i redditi più elevati;  i condoni fiscali riducono la fiducia e la fedeltà dei contribuenti (inoltre, si stima un recupero max di EUR 30 miliardi in 5 anni)

Nei prossimo giorni l’Osservatorio CPI pubblicherà anche un’analisi dei programmi elettorali degli altri partiti politici.


Parte II: esempi di dati facilmente ottenibili tramite il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica

La lettura dei dati può essere percepita come un processo noioso e riservato a specialisti, limitando la possibilità di molti di poter verificare la correttezza di affermazioni che si trovano o “si sentono” in giro tramite i media.

In realtà, molti dati possono essere riassunti in formato grafico – diventano più intuitivi – ed esiste un dipartimento del Governo che regolarmente aggiornata e pubblica Gli andamenti di lungo periodo dell’economia italiana.

Per ogni grafico viene citata la fonte, consentendo un aggiornamento autonomo dei dati al lettore interessato.

Le aree trattate sono:

  1. Prodotto Interno Lordo (livello e tasso di crescita; produzione industriale; vendite al dettaglio)
  2. Finanza Pubblica (deficit, debito e spesa pubblica; prestazioni sociali e pensioni)
  3. Prezzi (inflazione; prezzi alla produzione)
  4. Occupazione (tassi di occupazione e disoccupazione per età. Sesso, area; livello occupazione)
  5. Commercio con estero (import-export; bilancia commerciale; riserve in valuta; posizione netta)
  6. Investimenti, risparmio e patrimonio (investimenti e risparmi in Italia e rispetto a UE; patrimonio lordo famiglie; investimenti pubblici in Italia e UE)
  7. Reddito pro-capite e povertà (livello; quote di povertà assoluta e relativa)
  8. Economia reale (autoveicoli; immobiliare; turismo; trasporto aerei, ferroviari e autostrade)
  9. Popolazione (stime ISTAT; nascite e decessi; tasso fecondità)

Si propongono di seguito alcuni esempi di incrocio dei dati che si possono agevolmente ottenere in merito a possibili temi, rendendoli approfondibili in modo più oggettivo, rispetto a semplici affermazioni (acquisite, magari, fuori contesto).

Esempio 1 – Debito Pubblico: spesso si sentono critiche rivolte verso l’Italia da parte degli Stati c.d. “frugali”. E’ possibile capirne la ragione verificando il livello del debito pubblico in Italia rispetto alla media Europea.

Il dato è riferito al consuntivo del debito pubblico italiano (stock accumulato nel corso del tempo). Il dato Banca d’Italia, relativo all’Italia e alla media della zona euro, è espresso in percentuale del Prodotto interno lordo. Per il 2022-2025 sono indicati i dati programmatici del DEF di aprile 2022.

Esempio 2 – Inflazione: tema caldo del 2022, consente di valutare se gli aumenti di prezzi con i quali si ha a che fare nella propria quotidianità siano coerenti con quanto rilevato a livello nazionale ed europeo.

Il grafico presenta, per ogni mese, l’indice armonizzato della variazione dei prezzi al consumo per l’intera collettività, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le due serie illustrano il dato italiano e la media della zona euro.

Viene però rilevato che in Italia siamo diventati più poveri rispetto alla media europea (in termini di reddito pro-capite) pertanto un aumento dei prezzi va a incidere maggiormente nella diminuzione del nostro potere di acquisto.

Il grafico confronta i dati relativi al reddito pro capite in euro (misurato in termini di PIL pro capite) in Italia con quello medio dell’area euro e dell’Unione europea a 28 membri. I dati non sono espressi a prezzi correnti ma in funzione dei volumi concatenati.

Esempio 3 – Risparmi e Investimenti: è noto che l’Italia è un popolo che tende a risparmiare. E’ altrettanto vero che, rispetto al nostro PIL, siamo al di sotto della media europea.

Il grafico confronta con dati annuali l’evoluzione della quota del Pil destinata ai risparmi lordi in Italia e nell’Unione europea.

E che dalla crisi finanziaria in poi gli investimenti sono stati inferiori rispetto ai risparmi.

Il grafico confronta l’evoluzione della quota del Pil italiano destinata rispettivamente agli investimenti privati e pubblici e al risparmio lordo.

Nell’ambito della ricchezza, il “mattone” sta declinando rispetto agli investimenti finanziari.

Il grafico mostra per anno l’evoluzione principali categorie dello stock di ricchezza detenuto dalle famiglie italiane (al lordo dello stock di debiti) cioè abitazioni, attività finanziarie e altre attività reali, in miliardi di euro. I dati sono espressi a prezzi correnti e provengono dalla Banca d’Italia.

[1] link: https://osservatoriocpi.unicatt.it/ocpi-home-pubblicazioni

[2] link: https://www.programmazioneeconomica.gov.it/?s=Gli+andamenti+di+lungo+periodo+dell%E2%80%99economia+italiana&submit=Go