Quest’anno si parla continuamente di inflazione, con i media che si inventano tutte le statistiche più esotiche per destare scalpore e interesse (per esempio, annualizzando un dato da mensile ad annuale, come se si dovesse ripetere per 12 volte consecutive).

Per evitare incomprensioni, è forse utile porre lo sguardo ai dati pubblicati dall’ISTAT sull’inflazione italiana, misurata attraverso l’indice FOI (indice nazionali dei prezzi per Famiglie, Operai e Impiegati) ex Tabacchi.

Il grafico seguente raggruppa i dati in termini di variazioni anno per anno, al fine di dare un termine di paragone concreto ai numeri che stiamo analizzando.

Inflazione ISTAT FOI ex tabacchi
Fonte: ISTAT, indice FOI-ex tabacchi al 30/09/2023.

Elaborazione dati: Alberto Miazzi, CFA.

Come si può facilmente notare, l’anno 2023 presenta, almeno finora (dati al 30 settembre 2023), un’inflazione pari al +0,9%, in netto contrasto con l’anno 2022 che si è dimostrato a dir poco straordinario, con una variazione dell’indice sull’inflazione pari al +11,3%!

Coloro che all’inizio di quest’anno sono corsi a comperare titoli di Stato indicizzati all’inflazione, convinti che l’onda del 2022 continuasse, non hanno fatto un grande affare: questo a conferma della tesi usuale che quanto tutti parlano di un certo fenomeno economico è meglio starne alla larga… Se si potessero conseguire rendimenti importanti semplicemente seguendo i trend di breve termine, la vita dell’investitore / risparmiatore sarebbe troppo facile.

Rispetto alla storia dell’euro in Italia, il 2022 è stato l’anno più estremo di tutti, al punto da meritarsi l’etichetta di outlier rispetto agli anni precedenti. La linea gialla traccia invece la media annua storica dell’inflazione italiana da quanto è stato introdotto l’euro, in gennaio 2002: questa si avvicina molto al 2% (per essere precisi 1,94%) di obiettivo inflazionistico della Banca Centrale Europea, la quale spera di poter scoraggiare ulteriori elevati aumenti dei prezzi mettendo un freno alla circolazione del denaro nell’economia, attraverso l’applicazione di tassi di interessi più elevati (facendo quindi lievitare il costo dei finanziamenti). Vedremo cosa succederà nel corso dei prossimi mesi.

Per concludere, sembra interessante guardare gli stessi dati “spalmandoli” via-via su orizzonti sempre più ampi.

Partendo dal 2023, l’inflazione italiana dello 0,93% aumenta a +5,11% se si includono anche gli ultimi tre mesi del 2022.

Continuando in questa direzione, l’inflazione italiana media annua degli ultimi 5 anni è quindi pari al 3,10% mentre si attesa al citato 1,94% annuo negli ultimi 22 anni, da quando è stato introdotta la moneta unica (gennaio 2022).

Senza pretendere di poter fare inferenza basandosi su un solo indicatore, la decisione recente della Banca Centrale Europe di premere il tasto “PAUSE” nell’incremento dei tassi di interesse a breve sembra essere ragionevole, almeno in base a questi dati.

Inflazione annua
Fonte: ISTAT, indice FOI-ex tabacchi al 30/09/2023. Elaborazione dati: Alberto Miazzi, CFA.