Oltre l’anatocismo: appunti per l’utente
A seguito dell’articolo recentemente pubblicato sull’anatocismo (reperibile qui) è sorta l’esigenza di creare maggiore consapevolezza sulla differenza fra tasso nominale dell’interesse (concordato) e costo effettivo del credito (bancario o commerciale). Come osservato, il costo aumenta se la capitalizzazione degli interessi maturati avviene con frequenza infra-annuale, il che non è più ammesso in contropartita con le banche.
Andando oltre l’anatocismo, in generale chi presta del denaro (o fa credito commerciale) ha tre modi per aumentare i propri proventi:
- capitalizzare gli interessi
- capitalizzarli il più frequentemente possibile (oggi, per le banche, il periodo minimo è di un anno);
- far pagare gli interessi all’inizio e non alla fine del periodo (es. all’inizio di ogni anno).
Capitalizzazione degli interessi
Nonostante il periodo minimo di capitalizzazione degli interessi bancari sia di un anno, il costo del credito aumenta per effetto della capitalizzazione. Ne segue che chi può permetterselo, dovrebbe pagare la quota interessi maturata ad ogni scadenza concordata, evitando così di capitalizzarli.
Riprendendo l’esempio di un prestito a 10 anni del valore nominale di euro 300.000 al tasso del 5%, regolare annualmente gli interessi permette di evitare un costo annuo addizionale dell’1.29% (da 5% a 6.29%) che si genererebbe se gli interessi fossero imputati alla quota capitale a fine anno (interesse posticipato).
Pagamento Posticipato | Pagamento Anticipato | |||
Capitalizzazione interessi | Interessi pagati in 10 anni | Tasso effettivo annuale | Tasso effettivo annuale | Consentito post regole anatocismo? |
Nessuna | 150,000 | 5.00% | 5.25% | Si |
Annuale | 188,668 | 6.29% | 6.60% | Si |
Semestrale | 191,585 | 6.39% | 6.71% | No |
Trimestrale | 193,086 | 6.44% | 6.76% | No |
Mensile | 194,103 | 6.47% | 6.79% | No |
Anticipo degli interessi
Un altro elemento da considerare, riguarda il momento del pagamento degli interessi. Se il cliente paga gli interessi all’inizio (pagamento anticipato) e non alla fine (pagamento posticipato) dell’anno solare (o commerciale) di fatto sostiene un onere maggiore, che nell’esempio corrisponde allo 0.25% (da 5% a 5.25%).
Nel caso si applichi congiuntamente il calcolo anticipato degli interessi e la capitalizzazione degli stessi (i.e. si salda il tutto allo scadere dei 10 anni), il maggior costo annuo, rispetto al tasso nominale, ammonta all’1.6% (da 5% a 6.6%).
In genere, i piani di ammortamento dei mutui prevedono pagamenti anticipati degli interessi, mentre i prestiti in conto corrente prevedono la capitalizzazione e/o il pagamento posticipato.
Infine… oneri accessori
Quanto sopra si desume applicando semplici formule di matematica finanziaria. Un terzo elemento da considerare, tuttavia, sono gli eventuali oneri accessori, i quali possono essere applicati immediatamente oppure spalmati nel corso della relazione finanziaria. Un esempio tipico è la polizza assicurativa caso morte che viene spesso offerta in concomitanza con la richiesta di un mutuo.
Questi oneri addizionali, di regola, non sono rapportati in termini percentuali al capitale perciò minore è il capitale negoziato, maggiore è la loro incidenza percentuale nel costo del credito.
Considerare e minimizzare gli effetti della capitalizzazione, del pagamento anticipato o posticipato degli interessi e la misura degli oneri accessori può consentire di ridurre significativamente il costo dei finanziamenti, a parità di tasso nominale negoziato.