Al fine di fornire un assaggio dell’incontro che si terrà

Mercoledì 5 luglio 2017 dalle 18:00 alle 20:00 presso Centro Direzionale BICENTERExecutive (8° piano), Via Nona Strada 23, 35129 Padova

abbiamo intervistato il Prof. Paolo Biffis, ponendo qualche domanda critica per chi è alle prese con le banche italiane ma fa fatica ad orientarsi in questo momento storico.

Intervista al Prof. Paolo Biffis
  • Professore, come fa un semplice cittadino a capire se la propria banca è più o meno solida?

Dovrebbe consultare il bilancio pubblico e guardare la voce Patrimonio Netto: questo dato offre la misura della potenzialità della banca. Moltiplicando il valore del Patrimonio Netto (PN) per 12,5 e confrontando il risultato con la voce Impieghi a clientela ordinaria (o voce analoga) se ne ha una percezione abbastanza circostanziata. Ad es. PN=1; Impieghi = 12,5, la banca è tendenzialmente solida; se il risultato è maggiore di 12,5 la banca tende ad essere meno solida; se il risultato è inferiore, la banca è più solida.

  • Perché in Italia il “problema banche” si è posto solo di recente?

I motivi sono principalmente due:

  1. negli ultimi 30 anni non si è rafforzato il patrimonio delle banche, nonostante fosse previsto dagli accordi internazionali di Basilea;
  2. al sopraggiungere della crisi del 2007 ci siamo trovati impreparati a fronteggiarla.
  • Dobbiamo aver paura del cosiddetto bail-in?

Chi deve avere paura è chi rischia di perdere e cioè gli azionisti, gli obbligazionisti subordinati, gli altri obbligazionisti e i depositanti oltre i 100mila euro. Il bail-in, cioè, prevede che chi deve pagare il dissesto sia chi ha assunto il rischio di investire nella/nelle banche. Il bail-in si contrappone al bail-out che prevedeva di far pagare i dissesti al contribuente, come si cerca di fare oggi cercando di far resuscitare banche morte.

  • Esiste un database – pubblico o privato, ma comprensibile al cittadino, sullo stato di salute delle banche?

No. Però vi sono diversi studi di pubblico dominio (Banca d’Italia, R&S di Mediobanca, ecc.) consultando i quali si può monitorare la situazione a livello aggregato. I bilanci delle singole banche vengono pure pubblicati e pure i prezzi delle azioni e delle obbligazioni delle banche quotate sono di pubblico dominio. Voglio dire che vi sono diverse fonti non riservate attraverso le quali è possibile farsi delle idee. Un altro elemento chiave è il mercato, cioè la piazza: se un’impresa dichiara che una banca è tirchia, che vuole troppe carte, ecc. è un segnale che quella banca tende ad essere solida.

  • Ci sono “buone pratiche europee” nella gestione della crisi bancaria? Cosa stanno facendo gli altri paesi?

Le buone pratiche nella gestione delle banche vengono pubblicate dalle Banche Centrali di ogni Paese, le quali hanno anche compiti di Vigilanza sul Settore Bancario. Da alcuni anni i provvedimenti riguardanti il Settore vengono anche posti in consultazione pubblica dalla Banca d’Italia in modo da disporre dell’opinione degli operatori. Ora le buone pratiche vengono dettate dalla Vigilanza Unica dell’EBA (Autorità Bancaria Europea).

E ora… è il tuo turno di chiedere all’esperto!

L’incontro di mercoledì 5 luglio non sarà la classica conferenza frontale, ma un’occasione per confrontarsi e dialogare direttamente con un esperto del settore, senza fronzoli e formalità.

Per ragioni organizzative, i posti sono limitati e l’incontro è ad ingresso gratuito ma con registrazione obbligatoria

Iscriviti all’incontro “Ma la tua banca è veramente solida?”

PROFILO DEL RELATORE

Paolo Biffis (Treviso, 1943), professore ordinario di Intermediari Finanziari all’Università Ca’ Foscari (1983 – 2015), autore di numerose pubblicazioni, ha partecipato a Consiglio di Amministrazione di banche e imprese e ha svolto attività di consulenza finanziaria.